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Su un grande banco tufaceo che domina il tratto della penisola sorrentina che va da Scrajo a Punta Scutolo, si distende Vico Equense: paese aperto a ventaglio, bagnato dal mare, circondato da colline verdeggianti e rupi assolate, rifugio un tempo dei falchi pellegrini, addestrati alla caccia per volontà dei sovrani angioini che segnarono con il loro passaggio la storia e l'architettura di questo centro costiero. Il territorio di Vico Equense è il più esteso della penisola sorrentina, perchè comprende, oltre la cittadina omonima, una serie di piccoli borghi su morbide alture fitte di agrumeti, viti ed olivi: i Casali, sorti come estremo rifugio degli abitanti di queste zone, allorquando le scorrerie saracene avevano trasformato il mare in una fonte continua di pericoli e distruzioni. Storia, leggenda e mito creano un originale intreccio che riporta ad un passato denso di mistero. Le verdi distese di olivi riconducono al culto di Minerva che aveva fatto dono di questa pianta all'Attica per esserne riconosciuta sovrana, i pendii del Monte Faito evocano streghe e folletti che li avrebbero scelti come dimora; le grotte, rifugio degli eremiti, testimoniano l'antica devozione per la Madonna del Toro, dispensatrice di miracoli.